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Storia locale

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.... CASERMA BRUNO TOFANO






32° Regg.to Artiglieria da Campagna
 
Nato a  Salerno il 22 Gennaio 1872
Morto Osp. da Campo 47 Monastero di Aquileia il 21 Ottobre 1915
Sepolto nel Cimitero degli Eroi a Aquileia
Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare

Teneva durante il combattimento, il comando del gruppo stando sulle più avanzate trincee di fanteria. Per meglio seguire l'avanzata di una colonna, che doveva essere accompagnata dal nostro fuoco, si recava in un punto culminante violentemente battuto. Ferito gravemente alle braccia da un proiettile che lo colpiva in pieno, ordinava al capo pezzo, uscito dal riparo in suo soccorso, di occuparsi del tiro, che in quel momento urgeva intensificare; e, col caporale, che lo aveva tolto sulle spalle, insisteva perchè lo deponesse a terra e pensasse a mettersi al riparo: mirabile esempio a tutti di osservanza del dovere ad ogni costo e della più grande fermezza d'animo.
Rocca di Monfalcone, 21 Ottobre 1915


La sua tomba  nel cimitero di Aquileia
MONASTERI SOPPRESSI NEL COMUNE DI NOCERA
da " STATO DELLA CITTA' E DIOCESI DI NOCERA DE' PAGANI"
ANNO I - 1877
di Mons. Raffaele  AMMIRANTE  - Vescovo  della Diocesi di Nocera de' Pagani 1871/1881

1° Monastero di Cirico o Ciriaco
2° Ospizio di S. Benedetto
3° . Badia di S. Maria a Monte
4°. Priorato di S. Angelo in grotta          
5°. Monastero di S. Giovanni in  Parco
6°. Monastero dei PP. Carmelitani  alle Camerelle .

Pagine di
STORIA LOCALE

Le confraternite esistenti nella prima metà del '700
nella Diocesi di Nocera de' Pagani

1 . Confraternita del SS Rosario eretta nella  cppella omonima sotto l'invocazione della Beata Vergine.
2. Confraternita S. Caterina ( con Ospedale)
  formata da circa 120 confratelli.
3. Confraternita SS. Nome di Gesù eretta nell'anno  1638 nella chiesa Parrocchiale S. Bartolomeo in Pareti.
4. Confraternita S. Lucia nella chiesa Parrocchiale S. Michele Arcangelo in Malloni.
5. Confraternita S. Onofrio in Taverne.
6. Confraternita S. Maria a Monte in Casolla
 ( formata da 100 confratelli).
7. Confraternita S. Lucia in S. Matteo Archiponticolo.
8. Confraternita dei morti in S. Matteo Archiponticolo.
9. Confraternita S. Maria del Carmelo presso la chiesa  del Carmelo.
10. Confraternita S. Croce in Cappella "sine" oratorio S. Croce.
11. Confraternita S. Nicola in chiesa S. Maria Maddalena in S. Egidio.
12. Confraternita S. Monica nella chiesa S.M. del Presepe - Convento degli Agostiniani.
13. Confraternita SS. Concezione nel Convento dei PP. Francescani Minori Conventuali.
14. Confraternita S. Margherita nella Collegiata S. G. Battista di Angri.
15. Confratyernita S. Caterina in Angri con Ospedale S. Caterina governato dalla stessa Confraternita.
16. Confraternita S. Maria del Carmelo nella chiesa S. Maria Salome, alias del Carmelo.

Ogni Confraternita aveva , a secondo della sua importanza e sviluppo, un'altare,
una cappella, una chiesa in cui compiere le sue pratiche religiose (messe, processioni, preghiere speciali, ed anche un luogo in cui adunarsi sotto la guida di un capo e l'assistenza di un prete secolare o regolare secondo i casi.
Gli scopi che le confraternite si proponevano erano, oltre che in genere l'esercizio di queste pratiche e delle virtù cristiane, l'assistenza ai confratelli infermi, i suffragi ed i funerali ai defunti, i soccorsi ai poveri anche
estranei, la dotazione di donne da marito.

1° Monastero di s. Cirico o Ciriaco
Pare che due Monasteri di questo nome fossero stati nei passati tempi nei due Comuni di Nocera superiore ed inferiore. Del primo ci parla il Ventisimuglia, e lo pone nel luogo così detto di Melluno ( oggi villaggio di Malloni), con una chiesa intitolata a s. Andrea. Ciò potersi ricavare, dice l’autore, da una carta del 1502.Dell’altro poi discorre il P. Alessandro De meo nei suoi Annali Critico-Diplomatici (vol. 8), e gli dà posto sulla collina del parco, deducendolo da un pubblico documento del 1079, conservato nell’Archivio della ss. Trinità di Cava, ove è detto, che Roberto Guiscardo, duca di Salerno, donava a s. Pietro, terzo Abbate di Cava, la chiesa di s.Matteo apostolo (diversa dall’attuale Parrocchia di questo nome) situata in plaja Montis loci Nocerie in cuius montis cacumine rocca s. Cirici habetus, con facoltà di accettare qualunque donazione venisse fatta a detta chiesa dalla pietà dei fedeli, e di far vestire l’abito religioso a quanti il volessere nel Monastero già edificato presso della Rocca, se pure il medesimo Monastero non fosse stato la rocca, di cui è parola nel diploma. Di tutte e due le case religiose oggi non rimane vestigio.  
Quanto poi alla Chiesa di s. Cirico o Ciriaco, presso la quale, ed a poca distanza da cui, dovè essere fabbricato il secondo Monastero, di cui più sopra abbiamo fatto menzione, è a sapere che questa Chiesa la troviamo pure nominata di s Arrigo, e di s. Quirico, in due documenti diversi. Il primo è un diploma dell’880; il secondo è un altro diploma del  1026, nel quale si parla di un certo Pietro, Cherico ed Abate della Cappella del Palazzo, il quale loca ad un certo Giovanni un fondo in Monticello ( luogo del Parco così nominato) sotto la Chiesa di s. Martino, di cui si parla in un’altra scrittura del 984, e che si dice stare in Monticulo, dentro Nocera, sia la medesima che quella nominata di sopra. In qusto caso una stessa Chiesa sarebbe satata denominata con cinque nomi diversi.
Da R. Ammirante – Stato della città e Diocesi di Nocera de’ Pagani – Anno I . 1877)

2°. Ospizio di S. Benedetto
Dovè questo Ospizio essere situato assai piccolo e di pochissima considerazione, secondo si può inferire e dal nome che ebbe, di Cella di s. Benedetto, e dallo scopo cui fu destinato, in hospitium peregrinorum, di ricevere cioè i forestieri, non sappiamo se i Padri dell’Ordine medesimo, i quali dovendo trasferirsi da un luogo all’altro, meglio avrebbero dimorato temporaneamente in un Ospizio religioso, che non in un pubblico albergo o casa privata; o pure coloro, che trovandosi in viaggio venivano dalla carità dei figlioli di s. Benedetto provveduti di soccorso pei loro diversi bisogni. Fondò questa Cella  di s. Benedetto, correndo l’anno 1037, un certo Majone, giudice della nostra città: Majo judex de               Nocera, così scrive nella sua cronaca l’Annalista Salernitano, aedificavit ibi Cellam s. Benedicti pro monachis nostris in hospitium peregrinorum. Il luogoproprio, ove surge quest’Ospizio, non è detto dall’Annalista citato né da altri, e quindi noi nol possiamo indicare. Non vogliamo tacere, che il titolo di Hospitium peregrinorum  non indicava solo lo scopo, cui doveva servire il pio luogo, ma era pure titolo particolare delle Case religiose dei Benedettini, alle quali o per la loro picciolezza, o per altro motivo, non si poteva dare quello più solenne di Badia. Questi diversi stabilimenti, dice il Guillaume nel suo Saggio Storico, non ha guari pubblicato della Badia di Cava, quasi soli nel loro genere a quest’epoca, tenevano luogo nei nostri Ospedali e dei nostri moderni Alberghi, ma con questa differenza, che l’entrata negli Ospizi della Congregazione di Cava era grutuita, mentre che quella nei nostri Ospedali rare volte è tale, e quella negli Alberghi non l’è mai. Per tal guisa gli Ospizi della Congregazione di Cava chiamavansi indifferentemente : Hospitale, Infirmeria, Foresteria et Hospitium peregrinorum.
Da R. Ammirante – Stato della città e Diocesi di Nocera de’ Pagani – Anno I . 1877)

3° . Badia di S. Maria a Monte
Le più interessanti notizie intorno all’origine e principali vicende di quest’antica Badia già ci troviamo di averle riferite più innanzi, quando facemmo parola del terzo tra i Santuari della nostra diocesi, S. Maria dè’ Miracoli, o S. Maria a Monte. E però chi avesse vaghezza di conoscerle potrebbe senza più leggere quell’articolo, che sta a pag. 133 del presente opuscolo.
4.° Priorato di S. Angelo in grotta
Questo Priorato onorato dai Sommi Pontefici di parecchi privilegi, ed arricchito dalla pietà dei fedeli di moltissime possessioni, allora segnatamente che le persone e le cose a Dio sacre riscuotevano l’omaggio della pubblica e privata venerazione, appartenne ai PP. Benedettini di Cava, i quali nei secoli di mezzo trovavansi di avere sotto la loro giurisdizione ben 77 Badie, 100 Priorati, 20 Monasteri inferiori, 10 obbedienze, ed oltre a 273 Chiese, in tutto 480 luoghi pii. Fu eretto verso il 1086, o, 1080, come vorrebbe il Ventimiglia, da s.Pietro Pappacarbone, terzo Abbate della ss. Trinità della Cava, e celebre nella storia del suo ordine non meno per la santità della vita, che per le egregie e svariate opere da lui compiute nel tempo del suo glorioso governo.I Monaci che esso conteneva erano parecchi per numero, e dovettero essere stati di grande ajuto a questa diocesi per la cura delle anime ed indirizzo dei fedeli nelle vie della santità e perfezione. Essendo cresciuto presso il Monastero il numero delle persone, le quali o per propria volontà o perché addette al servizio del pio luogo, si erano colà condotte a dimorare,si vide come formato un nuovo Casale, su cui avendo il Monastero della Cava acquistata la giurisdizione anche civile, la esercitò fino agli ultimi tempi dell’abolita feudalità, così su di esso Casale, come su di altre famiglie ( in tutto 40) sparse in vari siti di Nocera, le quali nel dì 8 maggio, sacro all’Arcangelo s. Michele, chiamava all’obbedienza nella vicina Chiesa di s. Angiolo, di proprietà del detto Monastero, coll’assistenza del Rettore e del Governatore del luogo.Non sarà discaro, leggere intorno a questo punto ciò che ne dice in una sua Cronaca ms. e tuttavia inedita, della Cavese Badia il ch. Abate d. Alessandro Ridolfi, o Radulfo, del Monastero della ss. Trinità della Cava:” E’ di nostra proprietà, così il citato autore, nella città di Nocera un luogo, che chiamato comunemente il Priorato di s. Angiolo de crypta, e dove i nostri vassalli ci sono soggetti per l’uno e per l’altro foro. Ma noi li volemmo spontaneamente sottoporre al Vescovo Nocerino, sebbene solo per la parte spirituale, riserbando a noi sulle loro cose e persone la nostra civile e mista giurisdizione. Tra gli altri fatti non dispiacerà saper questo, che ogni anno nella festa dell’Apparizione del s. Angiolo sono essi tenuti di andare alla Chiesa con verghe adorne di fiori ( il fassi alacremente da ciascuna famiglia) , ove giunti si dispongono intorno ad ad una lunga e grossa trave situata nel mezzo della Chiesa e tutta vestita di mille generazioni di fiori, per onore all’angelica purità. Nella Messa solenne poi ogni individuo chiamato dal Cancelliere, che ne prende nota, va a prestare la sua obbedienza al Priore celebrante”. (continua)

5.° Monastero di S. Giovanni in Parco
  Questo Monastero costruito alle falde dell’amena collina , così detta del Parco, e presso la pubblica via che ora chiamano Borgo, fu antica proprietà dei Padri della Benedettina famiglia, detta di Monte Vergine. Fino al 1715 i Religiosi che vi dimoravano erano pochi di numero, e nella monastica disciplinavenivano guidati da un capo che aveva il nome di Priore. Se non che essendosi accresciuti di numeroe ridotto in migliore assetto il Monastero con aumentare le fabbriche ad esso appartenenti, dimandarono alla Santa Sede, che il pio luogo fosse innalzato alla dignità di Badia, ed il Priore avesse titolo di Abbate, con tutti i diritti e privilegii che godonsi in questa Regolare famiglia. La s. Congregazione dei Vescovi e Regolari vi annuì, e con Rescritto del 2 di agosto del 1715 commise al Vicario Capitolare di questa Diocesi, Can. D. Lorenzo De Francesco, che avendo preso veramente miglior forma il Monastero, essendovisi accresciute le fabbriche, ed acquistato tanto di rendita da potervisi mantenere convenevolmente 12 Religiosi sacerdoti, ad petitam Monasterii cum suo titulo Abbatiali erectionem seu declarationem, ac Religiosorum introlluctionem pro suo arbitrio et conscientia procedat juxtapetita. Il Rescritto fu eseguito con Curiale decreto, il 9 giugno 1716.
Fino al 1806 vi continuavano di stare i Monaci. Ora l’antica Badia ancor essa si è tramutata in una casa di privata abitazione, e chi vi entra vi osserva tuttavia le orme dell’antico edifizio, con un chiostro, alle cui pareti si veggono vecchie immagini guaste e deformata dal tempo: Della chiesa poi esiste solo una piccola porzione, come diremo a suo luogo. Quando poi al tempo in cui è da porre la fondazione del Monastero, nulla sappiamo solo ci è noto che questo titolo di s. Giovanni, dato alla Badia in parola, si trova assegnato al luogo ov’essa esisteva fin dall’anno 995, secondo rilevasida una pubblica scrittura di quel tempo medesimo, ove è parola di un certo Giovanni, ed altri, i quali cedevano ad un tale Pietro i loro diritti sull’arbusto in s. GIOVANNI  di Nocera. Se poi il luogo avesse dato il suo titolo alla Badia, o viceversa, non possiamo affermare.   Da R. Ammirante – Stato della città e Diocesi di Nocera de’ Pagani – Anno I . 1877)

6° Il Monastero dei PP. Carmelitani alle Camerelle

Questo luogo detto le Camerelle, o la Cammarella,  secondo troviamo in una pubblica scrittura del 1082, sta nel villaggio di Pecorari, alla parte orientale  della nostra città, e là dove presso sono posti i limiti, che dividono la nostra diocesi da quella di Cava. In esso eravi anticamente una Chiesa sotto il titolo di S. Agnelllo, la quale verso quel torno di tempo fu da Ruggiero  Sanseverino.Conte di Sicilia, donata al  Monastero della ss.Trinità della Cava in suffragio dell'anima di Roberto suo fratello, e della moglie di lui, Gaitelgrima. Ora vi si vede il pubblico Cimitero, per la tumulazione dei cadaveri appartenenti al Comune di Nocera Superiore. Verso il 1572 vi troviamo stabiliti i PP. Carmelitani, ed in quest'anno Fr. Girolamo Pellegrini, dei detto Ordine, vi edificò una nuova chiesa, dala parte opposta alla ss. Ascensione di Cristo. Qust' ultim era di dritto patronato della Confraternità del ss. Rosario di Materdomini, ed aveva parecchi legati di Messea celebrarvis Soppreso il Monastero per la Bolla d'Innocenzo XD, Instaurandae, per comandamento della  S. ongregazione dei Vescovi e Regolari, dato il dì 18 aprile 1653, la Chiesa fu data ad amministrae al Rettore del Seminario di questa diocesi, il quale vi manteneva un Eremita per averne cura e tenerla aperta, sempre che vi si celebrava la messa per comodo dei fedeli sparsi in quelle campagne. Nel 1723 il Parrocodi s. Michele dei Malloni, ed altre persone tra le principali del luogo , fecero istanza al Molto Rdo Padre Generale dei PP Riformati dell'Ordine di s. Francesco per avere quivi dei religiosi, i quali provvedessero al bene delle anime, ed amministrassero ai fedeli i Sacramenti della Chiesa. ma la venuta dei Padri non ebbe logo, essendo che fu impedita dai PP. Paolotti de' Pagani, dai PP. Osservanti di s. Maria degli Angioli, e e dai PP. Cappuccini di S.Andrea, i quali, tutti con istanza presentata alla nostra Curia vescovile, in data del dì 13 maggio di quell'anno medesimo, dimostrarono, non potere, i detti PP.  Riformati erigere nuovi conventi là ove ne esistevano altri, senza il permesso formale dei singoli Superiori, degli Ordini già esistenti, permesso che essi negavano loro assolutamente per esservene già abbastanza nella diocesi di Nocera de' Pagani. Il medesimo ostacolo, ancora ebbero qesti PP. Riformati trovato 18 anni innanzi, quan ricorsiche furono allsacra Congragazione dei Vescovie Regolari, per avere il permesso di fondare in questa cit n loro Ospii per comodo dFrati, i quali ovendosi trasferire da un luogo all'altro, bene sarebbero stati contenti di trovare per via una loro casa religiosa che gli avesse temporaneamente alloggiati ne furono impediti deagli altrri Regolari qui esistenti, come i Conventuali, gli Osservanti, gli Agostiniani, i Cappuccini, i Carmelitani, i Minimi, non che i Padri delle Scuole Pie, in conformità di quanto in proposito era stato disposto da Clemente VIII, Gregorio XV, Urbano VIII ed Innocenzo X.
Rimanendo la Chiesa tuttavia abbandonata, essendo che il Rettore del nostro Seminario non poteva averne quella cura che era necessaria, ne fu affidata la direzione al Sacerdote d. Silvestro Pecorari del villaggio dei Pecorari, mentre che l'antico <convento lasciato all'altrui balia, era con sommo scandalo del popolo divenuto l'asilo dei malfattori, i quali vi andavano a ricoverarsi come in luogo di rifugio, perchè conservava tuttavia il privilegio dell'ecclesiastica immunità. Per ovviare al quale gravissimo sconcio Monsignor De Dominicis, con decreto del dì 23 luglio 1735, stabilì che solo la chiesa con la corrispondente Sagrestia continuasse a godere il privilegio dell'immunità, e di esso fosse spogliato l'antico Convento, dovendosi tra questo diruto edifizio e la contigua Chiesa togliere ogni sorta di comunicazione.





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